Marketing Istituzionale

DNA nasce nel 1994, vent’anni fa e sin da subito inaugura un rapporto strettamente relazionale con il proprio cliente al quale non vende né prodotti né servizi, ma idee per sviluppare il suo business.

Idee realizzate attraverso gli strumenti che la tecnologia e il marketing mettono a disposizione nel corso di due decenni di intensa evoluzione di metodi, tecniche e strategie.

E così è stato attraverso questi vent’anni di cambiamenti epocali dall’affermazione di Internet, alla nascita di nuovi modelli di mercato sempre più affacciati ad un mondo più grande (ma più piccolo e più a portata di mano) alla crescita esponenziale della comunicazione e dell’intrattenimento (dal modello live ai social network).

Un universo in costante connessione si è aperto dinanzi a noi, obbligandoci a spostare il nostro focus sempre più avanti, a trovare cioè nuove idee da condividere e con le quali raggiungere i propri obiettivi.

Il cliente oggi deve continuamente adattarsi al cambiamento, trasformando le proprie incertezze in occasioni e i rischi in processi di innovazione.

Albert Einstein, diceva: “I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati”. Un concetto in apparenza semplice, ma non tutto è semplice nella semplicità.

E’ sempre stato fondamentale spingersi oltre per non perdere di vista la realtà che è in continuo movimento. Questo è stato anche il nostro imperativo, la nostra filosofia: trovare idee inedite, non convenzionali, che anticipano soluzioni alle richieste dei nostri clienti.

A loro proponiamo progetti di comunicazione che li avvicinano di più al loro target o alle loro communities, ne colgono le esigenze, ne stimolano le curiosità, ne rafforzano le identità e fanno loro assaporare il gusto di esperienze nuove che nascono da nuovi schemi  di pensiero e di comunicazione.

Questa è la nostra storia e ci abbiamo preso gusto. L’altro gusto delle idee appunto, quelle da cui partiamo sempre e da cui sempre facciamo ripartire i nostri clienti a qualunque categoria essi appartengano. Spingendoli a superare le resistenze e a trovare un’opzione diversa tra “quello che hanno sempre fatto” e “quello che vorrebbero fare, ma…”.

C’è chi la chiama resilienza, parola rubata a categorie eterogenee (dall’ingegneria alla biologia) entrata nel vocabolario contemporaneo per dire che scegliere la flessibilità, quella positiva (che cambia con ciò che cambia in armonia e senza opporre resistenza) riduce la fatica e accresce i risultati.

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